Il TOR
Il Terzo Ordine Regolare di S. Francesco è una fraternità evangelica, che ha le sue radici storiche e spirituali nell'ordine ecclesiale della penitenza, nei movimenti penitenziali e in San Francesco d'Assisi.
Si riallaccia al Serafico Padre perché fu il Santo stesso a proporre ai fedeli, desiderosi di maggiore perfezione, quella «forma di vita» che portò il nostro ordine al pieno stato regolare. (Cons. 1)
Essi intendono vivere questa conversione evangelica in spirito di preghiera, di povertà e di umiltà (Regola TOR, 2)
LE ORIGINI
Il movimento penitenziale francescano in Sicilia, fin dal secolo XIII, ha avuto più o meno la stessa linea che lo ha caratterizzato nel resto di Italia, sia, pur con atteggiamenti diversi, per ciò che riguarda la rivendicazione del diritto ad una vita autonoma e libera, e l'essenziale insopprimibile tendenza ad una vita evangelica e comunitaria. Una testimonianza della presenza di terziari di san Francesco in Sicilia risulta dalla Bolla Vota devotorum di Innocenzo IV del 13 giugno del 1246. Il Papa si rivolge ai Ministri Provinciali dei Frati Minori, affinché si interessino dei terziari sparsi in Italia e in Sicilia, o personalmente o per mezzo di Visitatori. Egli dice: «avendo i diletti figli, ministri e frati dell'Ordine della Penitenza, costituitisi in Italia e nel Regno di Sicilia, desiderio di avanzarsi nella pratica di quella devozione per cui possono più facilmente pervenire al premio dell'eterna felicità.. . ».
I frati dell'Ordine della Penitenza erano sicuramente gli antichi terziari di san Francesco, i quali, pur seguendo la regola del Terzo Ordine Secolare, conducevano vita eremitica e ospedaliera. Un'altra testimonianza della presenza dei frati del Terzo Ordine di san Francesco in Sicilia, alla fine del secolo XIII, è riferita da un grande storico di Sciacca (Agrigento), Tommaso Fazello (1494-1570), chiamato Padre della storia di Sicilia. Egli riferisce che un tale Ugone di Talach, regio cavaliere, fondò nel 1294 il romitorio e la Chiesa di sant'Anna delle Scale, vicino al monastero di san Martino delle Scale, alle porte di Palermo, per soccorrere i viandanti che incappavano nelle scorrerie dei ladri. Il suddetto romitorio fu donato ai Frati Continenti. Tale notizia è confermata dallo storico siciliano Rocco Pirri: «L'anno 1294, Ugo Talach costruì la Chiesa di S. Anna delle Scale di Palermo che diede ai frati dell'Ordine dei Continenti. . .». Conosciamo anche l'atto di fondazione, per il Notaio Lorenzo Menna di Palermo, del 1 gennaio, ottava indizione, 1294.
I Continenti erano i frati del Terzo Ordine di san Francesco. Essi non solo esercitarono l'ospitalità a beneficio di coloro che passavano da quelle parti, ma promossero la devozione verso la Madre sant'Anna, divenuta poi, insieme a san Gioacchino, patrona della provincia di Sicilia del Terzo Ordine Regolare. Il Wadding parla di questo romitorio abitato dai francescani del Terzo Ordine e della Chiesa dedicata a sant'Anna: «(Pio II) diede ai Frati del Terzo Ordine di Palermo la Chiesa di sant'Anna, fuori le mura della città, fondata e dotata per essi situata sopra il monastero di S. Martino delle Scale, nella quale abitarono per molti anni. Ma poiché avevano necessità di una casa nella città di Palermo, lasciarono quel luogo. . . ». La notizia è riferita anche dallo storico del nostro Ordine Francesco Bordoni: «Esiste ancora una Chiesa, ma poiché era troppo lontana dalla città e priva di fedeli, quindi di nessuna utilità per l'istituzione e per il pubblico, fu abbandonata dai nostri».
Infatti, dal suddetto romitorio di sant'Anna delle Scale, i religiosi si trasferirono in città e presero in cura una modesta chiesetta dedicata a sant'Anna o sant'Annuzza nei pressi del castello della Zisa. Il 7 ottobre 1319 fra Federico Tartagna, messinese dell'Ordine dei Continenti, esibisce alla comunità di Messina un documento datato 26 giugno 1291, nel quale si dice che fra Giovanni da Messina dell'Ordine Continentium ed i suoi compagni che “osservavano la povertà, l'obbedienza e la castità” abitanti nella torre di san Raineri, erano stati richiesti di porre un fanale sulla detta torre, per illuminare i naviganti che attraversavano lo Stretto. Ed essi lo avevano fatto tra le altre opere di carità. Una di queste opere era la costruzione di alcune case per la loro abitazione e per accogliere i marinai in pericolo. Che i Continenti del Faro fossero terziari francescani è detto chiaramente nel Testamento di Nicolò Munnomatu, del 13 aprile 1375, nel quale appare tra gli esecutori del testamento fratrem Urlandum de Branca Ordinis Contìnencium Sancti Rajnerii Tercii Ordinis Sancti Prancisci (frate Orlando dell'Ordine dei Continenti del Terzo ordine di san Francesco).
Una comunità di penitenti si stabilì nei pressi della Rocca Guelfonia (Messina), dove fondarono la Chiesa di santa Maria dell'Allegranza, con annesso ospedale. La comunità era formata da ventiquattro penitenti, dodici uomini e dodici donne, i quali vivevano separatamente, assistendo i malati. Dopo la costruzione del monastero della Madonna di Montevergine, per opera di santa Eustochia Calafato (1434 -1491) vicino la chiesa dell'Allegranza, i terziari si sciolsero, ma non le terziarie le quali vissero in una casa nei pressi del monastero di Montevergine. Nel 1308 un certo fra Facio, insieme con un gruppo di eremiti terziari di san Francesco, costruirono una chiesetta dedicata alla Madonna a Santa Maria del Bosco di Calatamauro (a pochi chilometri da Chiusa Sclafani in provincia di Palermo). Essi chiesero al vescovo di Agrigento Bertuldo di benedire la Chiesa , ciò avvenne il 22 giugno 1309. 1l vescovo li incoraggiò a emettere la professione dei voti religiosi. Con fra Facio emisero i voti altri undici eremiti, tre dei quali chierici. Questa prima comunità di penitenti di Calatamauro si estinse presto per l'opposizione dei Minori, che li accusavano di essere fraticelli.
È importante il fatto storico della presenza di penitenti francescani in Sicilia nei secoli XIII - XIV, i quali vivevano in obbedienza, povertà e castità. Il padre Bordoni segnala ancora due fraternità dei frati del Terzo Ordine di san Francesco nel primo ‘400 a Messina e a Giarratana (Ragusa). Eugenio IV, con la Bolla Sane pro parte nostra data a Bologna il 7 agosto 1437, incarica l'Abate del Monastero di S. Maria di Rocca Amatore, in diocesi di Messina, e il canonico Enrico Avellino di confermare la donazione ai nostri Terziari della chiesa di santa Brigida e dell'attiguo ospedale di san Martino dei poveri, esistenti fuori le mura della città, Nella Bolla si legge che l'Arcivescovo di Messina, Bartolomeo Gattalia, vedendo la Chiesa di santa Brigida e l'annesso ospedale di san Martino ormai fatiscenti, li cedette a Fra Antonio Scataretica che era sacerdote del Terzo Ordine di san Francesco e ad altri frati, per loro uso e abitazione. . . «cum omnibus suis iuribus et pertinentiis Antonio predicto, qui tunc etiam praesbiter erat, necnon aliis fratribus ipsius Ordinis pro eorum usu et habitatione ac in perpetuum auctoritate ordinaria concessit». In un'altra Bolla di Eugenio IV, data a Firenze il 22 maggio 1442, si legge che a Giarratana esisteva un altro convento. Il Papa concedeva l'indulgenza di un anno e 40 giorni a chi, confessato, visitava la Chiesa di sant'Agata dei Frati del Terzo Ordine della Penitenza”.